L'arte non è prerogativa dell'artista professionista o dei luoghi ad essa adibiti. Si può trovare l'arte in mille manifestazioni diverse e ad opera di persone diverse anche di chi non abbraccia l'arte come professione. L'arte è un momento. L'arte non è eterna. Ma non vorrei ora iniziare una teorizzazione di ciò che è o non è arte, vorrei invece, vista la premessa, sondare un campo che solitamente viene classificato di seconda fascia: il fumetto.
Vi dico la verità, nel progetto iniziale di questo articolo c'era in programma di prendere in considerazione più fumetti di più autori, ma poi, trattando di Quino mi sono accorto che il numero di pagine era già sufficiente a formare un articolo completo e così, mi sono concentrato solo su di lui.
Per inciso, il materiale che fornisce questo autore sarebbe sufficiente per una tesi di laurea.Tornando un attimino (sì, un attimino) all'arte, questa è nascosta, a volte proprio perché l'abbiamo sott'al naso non la riconosciamo, ed altre, invece la crediamo arte solo perché in bella mostra in una galleria, luogo deputato alla mostra d'arte. Sì, l'arte è più sfuggente di quanto non si pensi e lo è ancor più oggi.
E' anche vero che se in culinaria possiamo trovare dell'arte, questa non sarà prioritaria rispetto alla nutrizione per cui essa è stata sviluppata; mentre in pittura o in letteratura o…, data la loro non necessità di soddisfare bisogni primari, la ricerca puramente artistica si dovrebbe trovare in primo piano.
E il fumetto dove si colloca?
Così come vi sono pittori artigianali (o artieri, come li chiama Bonito Oliva), che riproducono un paesaggio così com'è per soddisfare un bisogno di pace interiore o solo per andare incontro al gusto dell'acquirente e vi sono altri che invece ci raccontano del mondo come non riusciamo a vederlo, e questi sono gli artisti, anche il fumetto può essere di solo intrattenimento e raccontarci delle disavventure o avventure di un personaggio, oppure penetrare a fondo, con lama affilata, una realtà che spesso, proprio perché ne facciamo parte, ci sfugge. Il fumetto diviene così strumento di rivelazione e di conoscenza grazie all'intelletto ed alla lungimiranza di alcuni suoi autori. Questo è, secondo il mio modesto parere, il caso di Joaquìn Salvador Lavado, meglio conosciuto come Quino, il famoso vignettista argentino creatore del personaggio di "Mafalda".
I lavori che più si avvicinano al "quadro", inteso come opera che si esaurisce in un'immagine, sono le vignette singole. In Quino vi sono doti di essenzialità stilistica e sintesi del messaggio che rendono le vignette perfette; né minimalismo né barocco, né laconico né ridondante: essenziale. In questa essenzialità non si trascura il particolare, poiché appunto essenziale anch'esso. Spesso senza quel piccolo particolare un po' defilato dalla scena, non si capirebbe il senso dell'opera. Non vi è colore nelle sue opere, ma sarebbe superfluo; il colore è dato dal discorso dell'opera ed è un colore umorale.
La lucidità del pensiero e la nettezza della visione dell'autore rendono ogni suo lavoro, un'opera illuminante.
Le maschere del vivere sociale, che siano del piccolo borghese o del burocrate, del meschino o del nobile, cadono sotto i colpi taglienti di un umorismo genuino, giocato tra una sferzante ironia ed una conviviale satira, passando talvolta per le vie più crudeli del sarcasmo. Come i demolitori di palazzi, l'umorista, manipola con destrezza materiali esplosivi, producendo deflagrazioni controllate, misurate, atte a demolire solo ciò che va distrutto.
Una visione trasversale della vita che ce ne restituisce gli aspetti sommersi.
Apro una parentesi: le opere umoristiche in genere sono considerate di second'ordine; mi chiedo perché. La risposta potrebbe essere che in realtà l'uomo non gradisce vedersi per quello che è veramente: meschino, debole, sottomesso, prepotente, ridicolo. La risata, diceva Freud, è una maschera che noi poniamo per coprire una nostra paura. Certo c'è risata e risata, ci sono poi sorrisi e altro. In oltre è chiaro che l'uomo non è solo feccia, è anche nobile, forte, altruista…
E' curioso però che l'arte più considerata debba essere quella più tragica, che rappresenta la realtà così come appare senza lo spiraglio fantasioso di un'invenzione trasmutativa. Nel comico c'è il tragico, ma c'è qualcosa di più: la sua trasformazione.
C'è una frase della bibbia che cito a memoria e che recita più o meno: "La verità giungerà per bocca del giullare".
Non vado oltre, la questione merita un forum e quindi chiudo la "parente".
Quino, da buon umorista ci presenta il tragico della realtà, riuscendo nella trasformazione alchemica dell'umore nero in bianco: il tragico diviene comico. La risata è la più sana reazione che un uomo possa avere di fronte ad eventi sui quali può poco o nulla; non è solo una maschera, è anche una liberazione, una reazione che produce azione.
Un esempio dell'aspetto repressivo ed irregimentante di una certa società e della ribellione a questa da parte di una intima essenza dell'uomo che sfugge al suo stesso controllo, è dato dall'opera che segue e il cui titolo è: "Stai la tuo posto".
Credo di non dover aggiungere commenti o spiegazioni, qui si parla una lingua universale che non ha bisogno di traduzioni.
Il linguaggio di Quino è completo, efficace, frutto di un pensiero lucido e a volte profetico.
La sua osservazione della società è degna di un sociologo e l'analisi della psicologia lo è di uno psicologo.
La comunicazione di Quino è in ultima analisi positiva; positiva perché, come già detto, trasformatrice, positiva perché il tratto è leggero, sicuro, preciso soprattutto nella raffigurazione delle espressioni dei volti, preciso ma essenziale; volti che esprimono il momento, lo inquadrano seccamente come fossero aforismi, brevi ma ricchi di contenuto.
Positivo anche per quel disegno che sembra tratto al tempo ritagliato tra una lezione di vita e l'altra, appoggiando i gomiti sul banco di tutti i giorni, e questo ci porta un po' all'epoca degli aeroplanini di carta che era un tempo spensierato e rassicurante. Anche il Sole dei lavori di Quino è un Sole positivo, è il Sole dell'alba il Sole che ruota verso destra e questo riprende il simbolo indoeuropeo della croce uncinata che rappresenta appunto il Sole nascente e dunque la vita al suo primo fiorire.
Trovo che l'arte di Quino porti con sé salute, che sia taumaturgica. Mi sono sbilanciato troppo? sentite che dice di lui Gabriel Garcia Màrquez: "…in ogni libro suo, la cosa che assomiglia di più alla felicità: la quinoterapia".